Fisso o variabile? Ecco cosa scelgono i clienti dell’ex tutela

Oggi le tariffe a prezzo fisso sono meno convenienti, ma oltre un terzo dei clienti che esce dalla Maggior Tutela le sceglie per proteggersi dalle oscillazioni del mercato: il punto dell’Osservatorio Switcho.

I prezzi all’ingrosso di energia elettrica e gas naturale hanno finalmente raggiunto i costi pre-crisi di giugno 2021. E se da un lato gli italiani già nel mercato libero possono tirare un sospiro di sollievo e rilassarsi, dall’altro quelli che stanno vivendo la chiusura della Maggior Tutela devono abituarsi ad un mercato completamente nuovo.

💡 Pochi mesi fa, infatti, abbiamo assistito alla chiusura del Servizio di Maggior Tutela del gas naturale e, a breve, dovremo salutare anche la tutela dell’energia elettrica (prevista per luglio 2024).

Come è stata affrontata la chiusura del Servizio di Tutela del gas? 

Per rispondere a questa domanda abbiamo sviluppato un approfondimento sulle preferenze dei clienti della Maggior Tutela, grazie all’analisi di oltre 150mila bollette del mercato tutelato luce e gas degli ultimi 6 mesi.

“Con la chiusura del Servizio di Maggiore Tutela”, spiega Redi Vyshka, nostro co-founder e COO, “milioni di clienti hanno approcciato per la prima volta, o lo stanno facendo ora, il mercato libero. Questo offre principalmente due tipologie di offerte: quelle a prezzo fisso e quelle a prezzo variabile”.

Con le offerte a prezzo fisso, i clienti bloccano il prezzo della materia prima, solitamente per 12 o 24 mesi, riparandosi così dalle oscillazioni di mercato. Nelle offerte a prezzo variabile, invece, il costo della materia prima segue l’andamento del mercato, con un aggiornamento mensile in base al costo medio dell’energia sul mercato all’ingrosso.

Come riscontrabile nel grafico sottostante sui passaggi verso mercato libero richiesti negli ultimi 6 mesi, solo il 32% dei clienti in uscita dalla tutela ha scelto offerte a prezzo fisso per l’energia elettrica, con il 68% il prezzo variabile. 

Il gas esaspera questa tendenza, con solo il 25% che sceglie di proteggersi da possibili oscillazioni del mercato con il prezzo fisso e il 75% preferisce il prezzo variabile.

Perché questa scelta? E quale conviene di più?

“La preferenza per le offerte a prezzo variabile”, spiega Redi Vyshka, “può essere spiegata dalla minor convenienza del prezzo fisso. Infatti, un utente medio con la migliore offerta luce e gas a prezzo fisso spenderà annualmente circa €100 in più rispetto ad un utente con la migliore offerta a prezzo variabile, considerando ovviamente l’attuale prezzo all’ingrosso dell’energia”.

Questo divario è un’eredità della crisi energetica: prima della crisi, il mercato era statico, pressoché senza oscillazioni e i fornitori erano in grado di fare stime relativamente certe sull’andamento del mercato. Potevano così proporre tariffe a prezzo fisso convenienti. Con la crisi, i fornitori sono diventati più timorosi e, spaventati dalla possibilità di improvvisi rialzi nel costo delle materie prime, al momento propongono offerte a prezzo fisso con tariffe meno competitive. Le tariffe a prezzo variabile, oggi, sono più convenienti proprio perché il prezzo della materia prima è tornato ai valori antecedenti alla crisi.

👉 Nonostante il miglioramento del mercato, rimane tuttavia un’incertezza, esacerbata dall’incertezza del contesto internazionale, che porta una percentuale non indifferente di italiani a preferire la sicurezza del prezzo fisso, a discapito di un minor risparmio.

Indipendentemente dalla propensione al rischio di ognuno, la chiave per l’ottimizzazione delle proprie utenze è il confronto periodico della propria tariffa rispetto alle migliori offerte luce e gas sul mercato, generalmente disponibili esclusivamente online e confrontabili con vari servizi, tra cui quello di Switcho.